CONCLUSIONI

La costruzione di queste proposte è stata effettuata a partire dall’analisi delle fonti bibliografiche, dalle conoscenze maturate nel mio percorso accademico all’ISIA di Urbino, dall’esperienza sul campo per l’elaborazione di questa tesi, e dalle esperienze personali coltivate nel campo artistico, che mi hanno permesso di elaborare una visione personale e di individuare gli strumenti concettuali di sostegno al design. In seguito, sono stati valutati casi e selezionati criteri per l’analisi delle necessità nei contesti emergenti, mantenendo come riferimento ideale la comunicazione visiva negli spazi pubblici che include tutte le caratteristiche utili all’analisi. È stata effettuata un’osservazione sul campo delle metodologie, a partire dalle produzioni letterarie e materiali, di designer e personaggi di rilievo nell’area della comunicazione visiva e del visual design a partire dagli anni ‘70 in Italia. Approfondendo casi specifici, per arrivare, attraverso delle interviste, allo scambio diretto di informazioni con tre grafici che operano in Italia e in atri paesi dell’Europa nord-occidentale. Tra queste, quella effettuata a Beppe Chia, professore di Metodologie della Progettazione all’ISIA di Urbino che ha supportato maggiormente, attraverso le informazioni fornite, le teorie proposte nella mia tesi. Questi processi hanno consentito di tradurre gli strumenti concettuali in indicazioni progettuali di design. Successivamente, sono stati ricercati gli strumenti progettuali che permettessero ai designer di orientarsi nelle fasi iniziali del progetto.

Per concludere, ho elaborato un insieme di proposte e suggerimenti metodologici indirizzati ad agevolare l’applicazione e la replicabilità dell’approccio progettuale in nuove interazioni di visual design.

Intervenendo in primo luogo sulla formazione, che fornisce le basi culturali, gli strumenti e le istruzioni per applicare i processi metodologici impartiti, si è visto che un progetto orientato all’innovazione metodologica, nei contesti emergenti, non può prescindere da un’attenta indagine e osservazione contestuale; che la capacità propositiva di un progetto può essere ulteriormente ampliata attraverso il coinvolgimento degli attori locali; che l’approccio progettuale interdisciplinare può essere operato attraverso la progettazione partecipata; che ogni risultato deve essere attentamente verificato e controllato, ed infine che i processi di feedback e di valutazione possono avviare nuovi progetti o la riprogrammazione di quelli realizzati. Aver raccolto e messo insieme, in un unico testo, i dati ricavati dalla ricerca è già di per sé un tentativo di diffusione e condivisione dei saperi.

L’argomentazione complessiva del testo ci richiama appunto ad agire, in modo da stimolare e gestire, da soli o con l’apporto di altri professionisti, processi innovativi fondati su metodologie e strumenti propri del design e di materie affini, con l’obiettivo di accrescere la qualità e la competitività complessiva dei sistemi produttivi territoriali.

Noi rispondiamo, we are here.

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